A ciascuno la sua App

Facciamo una scommessa: tra le prime tre azioni compiute questa mattina c’è stata quella di prendere in mano e controllare il tuo telefono.

Giusto? Bene, non sei solo.

Da un’indagine condotta da Audiweb lo scorso aprile risulta che: negli ultimi due anni, la crescita complessiva (smartphone e tablet) degli italiani che accedono a Internet in mobilità è pari al 26,4%, con 18,2 milioni di utenti italiani tra 18 e 74 anni nel giorno medio. Nel dettaglio, la crescita è pari al 45,3% per l’accesso a Internet da smartphone e all’83,6% per quello da tablet. Negli ultimi due anni è aumentato anche il tempo medio dedicato alla navigazione da mobile, oggi pari al 73,3% (+48%).

È tuttavia un dato di fatto che l’avvento e la velocissima diffusione del canale mobile abbiano completamente rivoluzionato gli stili di vita non solo degli italiani, ma dell’intera popolazione mondiale; il facile approccio a un canale oggi accessibile a tutti, qual è il mobile, ha inevitabilmente portato a un ripensamento dei modi di comunicare, fare advertising, di quanti oggi lavorano nella vendita digitale B2C.

«Il successo del Mobile presso i consumatori si spiega con la sua natura pervasiva: è uno strumento di contatto, comunicazione e pubblicità -mobile advertising-, un canale di relazione e interazione con il cliente -mobile couponing, branded app-, un canale di vendita -mobile commerce-, e anche uno strumento di pagamento -mobile payment-» (Guido Algieri, Telco & Media Director di Doxa).

Una corretta strategia di marketing e comunicazione “mobile centrica”, basata sull’analisi dei risultati ottenuti dall’esperienza online della propria audience, può completare e rendere continua l’esperienza offline con l’azienda, fidelizzare i clienti o, semplicemente, puntare ad un incremento delle transazioni e-commerce.

A svolgere un ruolo da protagonista, fondamentale tra le proposte commerciali delle aziende e i momenti in cui gli utenti sono in procinto di compiere un’azione, ci sono le App grazie alle quali con il minimo sforzo e impiego di tempo, si riescono ad organizzare viaggi, cene tra amici, serate a teatro, fare shopping.

Richiamando, ancora, i dati dell’indagine Audiweb risulta che la navigazione tramite applicazioni mobile copre per l’84,5% il tempo trascorso online da smartphone e/o tablet, mentre quella da browser è pari al 15,5% del totale.

Oggi, tuttavia, la difficoltà maggiore per un’azienda non sta tanto nello sviluppare un’app accattivante e tecnologicamente prestante, quanto nel far sì che in seguito al download l’app venga riconosciuta come utile e quindi utilizzata con continuità.

Da uno studio condotto da Google e Ipsos Media CT nel 2015, risulta che la maggior parte delle app scaricate dagli stores non viene utilizzata: uno user medio ha sul proprio dispositivo circa 36 app di cui solo un quarto è usato quotidianamente.

Come può, pertanto, un’azienda assicurarsi che la propria app rientri tra quelle maggiormente in uso? La risposta non sembra ovvia, ma quantomeno è semplice: è necessario dimostrare l’utilità e il valore dell’app sin dal download tenendo ben chiaro che le persone utilizzano le app per ottimizzare le proprie attività quotidiane e le preferiscono ancor di più se hanno uno scopo specifico.

Matteo Sarzana, nell’introduzione al suo “App Economy” asserisce che «i nuovi business sono dentro lo smartphone: vince chi soddisfa il consumatore, gli fa vivere un’esperienza unica, ascolta i feedback e continua a migliorare il servizio».

Di pari passo con l’analisi sul comportamento online delle proprie community, le continue evoluzioni in campo tecnologico permettono di rispondere alla domanda degli utenti in tempo reale: la maggior parte delle app sviluppate da Mango, ad esempio, consente l’invio di  Notifiche Push, che permettono, grazie a contenuti mirati, di ricordare agli utenti il valore dell’app e di invogliarli a riutilizzarla.

Di soluzioni personalizzate che rispondono oltre che ai bisogni del proprio pubblico anche ai piani marketing dell’azienda, ne è un esempio quella del Teatro Franco Parenti di Milano, che ha sviluppato la sua app mobile con Mango e ha migliorato l’esperienza di comunicazione e promozione nel proprio foyer (indoor) grazie all’introduzione nel 2015 della tecnologia iBeacon che riconosce gli utenti fisicamente presenti in teatro e invia loro contenuti esclusivi riguardanti il cartellone e le promozioni per la stagione in corso.

Se è vero che «c’è un’applicazione praticamente per tutto», come declamava un non-troppo-vecchio spot di Apple, è anche vero che non tutte le app vanno bene per tutti: obiettivi, analisi dell’audience e aggiornamenti tecnologici sono le parole d’ordine per distinguersi ed evitare di finire nel dimenticatoio, sprecando occasioni di business che nell’eterogeneo mercato online potrebbero fare la differenza.

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